Ravenna è la Romagna

Siamo convinti che il futuro di Ravenna e del suo territorio sia strettamente legato a quello dell’intera Romagna. Come lo fu in passato. Dal rapporto positivo o negativo con le altre città romagnole dipenderà lo sviluppo degli anni a venire.
Ravenna deve giocare un ruolo importante nell’organizzazione del più vasto territorio della Romagna. Dalle politiche impostate con questo più ampio sguardo dipenderanno anche i programmi di sviluppo della città e di tutto il Comune. Questo deve necessariamente passare attraverso un piano strategico di più lunga durata rispetto alla normale amministrazione cui la politica locale è generalmente concentrata.

Ravenna e la Romagna, la Romagna e Ravenna
E’ ormai chiaro che non è possibile nessun piano di sviluppo sostenibile del nostro comune senza che questo si integri con quelli degli altri comuni romagnoli.
Vale per le infrastrutture ma anche per l’ambiente, per la sanità ma anche per la gestione dei rifiuti, per l’università e per l’agricoltura, per il patrimonio culturale ed anche per la rete idrica. E così via per altro ancora.
La Romagna è la cornice che deve contenere qualsiasi pianificazione che riguarda il futuro di Ravenna.

Riforme costituzionali e abolizione delle Provincie.
Il momento storico per l’Europa e per l’Italia è particolarmente delicato.
Il nostro Paese sta anche affrontando da decenni il tema del riordino amministrativo e dell’attuazione del principio costituzionale del decentramento (art.5).
Giusta o sbagliata che sia, la legge ha portato oggi Ravenna e tutti i comuni della Romagna nella seguente situazione: Bologna diventata città metropolitana con, sulla carta, accresciute possibilità e poteri, e ad est quasi cento comuni sbrancati impegnati nella liquidazione della cosiddetta abolizione delle Provincie.
Cosa vogliamo fare?
Anche Ravenna deve prendere responsabilmente parte alla decisione di quale debba essere il futuro della Romagna.
La Regione ha attivato una norma che parla di Area Vasta, ma di cosa si tratta? Ancora non si sa. E’ solo un organo consultivo o deliberante? Quali poteri ha? Quale capacità di spesa?
Ancora non ci sono indirizzi. E’ urgente che anche la nostra città si interroghi e stimoli il confronto con tutte le istituzioni cittadine romagnole affinché si giunga presto ad una soluzione. Il rischio di perdere tempo è enorme e non ammissibile.
Ancora una volta la questione è la riattivazione della relazione tra città e paesi della Romagna: pensare il futuro assieme.